Verso la Conferenza delle Parti di Parigi: come rimpiazzare il Protocollo di Kyoto migliorandolo.
Nota di Laura Castellucci
13 Maggio 2015
E’ ormai noto che l’incremento della CO2 accumulata nell’atmosfera, da 280 ppm pre-rivoluzione industriale agli oltre i 400 ppm attuali, è per la maggior quota dovuto all’attività di produzione e consumo dell’uomo.
Maggiore è lo stock di CO2 in atmosfera , più alta è la temperatura sul nostro pianeta. I cambiamenti climatici che ne conseguono possono diventare irreversibili se tali aumenti superano certi livelli in un tempo molto ristretto. (Si veda: “Climate Change 2013: the Physical Science Basis”, WGI, novembre 2014, inserito nel 5^ Assessment Report, AR5, dell’IPCC). La comunità globale si è data come obiettivo quello di ridurre le proprie emissioni (flussi) in modo tale da evitare che lo stock faccia aumentare la temperatura di più di 2 gradi centigradi. Il Protocollo di Kyoto, ormai vicino alla fine del suo compito, ha rappresentato il più importante accordo internazionale per raggiungere questo obiettivo.
A Dicembre prossimo gli Stati (dette Parti) che a suo tempo dettero luogo, tramite le Nazioni Unite, alla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) da cui nacque il protocollo di Kyoto, si riuniranno a Parigi per rinegoziare un trattato internazionale capace di rimpiazzare e migliorare quello di Kyoto in scadenza. La riunione è nota in gergo come Conferenza delle Parti n.21, COP 21. C’è molta attesa per ciò che gli stati sapranno responsabilmente concordare per rendere raggiungibile questo obiettivo e l’inaspettato accordo tra Cina e Stati Uniti dello scorso novembre per contribuire anch’essi alla riduzione dei flussi di emissione, ha aggiunto una positiva quanto necessaria quota di ottimismo. (Cina e USA sono il numero uno e due nel ranking dei paesi per emissioni).
Il successo del “Protocollo di Parigi” è legato a molte circostanze/ condizioni e tra queste troviamo il sostegno di un’opinione pubblica favorevole in quanto informata, su basi scientifiche, e consapevole dei rischi cui il Pianeta va incontro.
La Commissione Europea ha pubblicato un Blueprint for Tackling Global Climate Change beyond 2020 nel quale si legge: “According to the latest finding of the IPCC, without urgent action, climate change will bring severe, pervasive and irreversible impacts on all the world’s people and ecosystems. Limiting dangerous rises in global average temperature to below 2°C compared with the pre-industrial levels (the below 2°C objective) will require substantial and sustained reductions in greenhouse gas emissions by all countries. This global transition to low emissions can be achieved without compromising growth and jobs, and can provide significant opportunities to revitalize economies in Europe and globally. Action to tackle climate change also brings significant benefits in terms of public well-being. Delaying this transition will, however, raise overall costs and narrow the options for effectively reducing emissions and preparing for the impacts of climate change.” (COM/2015/081final)